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La messa in TV: "tutto pronto al Natale?"

di Enrica Munafò

La Chiesa Madre di Avola, domenica 22 dicembre, ha celebrato l’Eucaristia delle ore 11, trasmessa in diretta su canale Tris. La Messa è stata preceduta da un brillante intervento introduttivo della prof.ssa Francesca Gringeri Pantano, storica dell’Arte e dal Professore Emanuele Di Mauro, docente di storia dell’arte e Beni Culturali, che hanno illustrato le opere maggiori contenute nella Chiesa.

Con la TV vicino ai malati e le persone sole

Attraverso la televisione, a pochi giorni dal Natale, l’arciprete della chiesa Madre, don Rosario Sultana, ha avuto così l’occasione e la rara opportunità di salutare tutti i malati, le persone sole  e  impossibilitate a venire in chiesa: a loro il parroco ha dedicato il suo primo pensiero per far sentire la vicinanza sua e della comunità parrocchiale tutta, che, attraverso la televisione  si è resa visibile.  Ha presieduto l’Eucaristia l’arciprete don Rosario, ha concelebrato il vicario parrocchiale don Giovanni Vizzini.

Tutto pronto per il Natale?

foto di S. Zagarella

“Mancano tre giorni al Natale. Tutto Pronto? Regali, preparativi? Siamo sicuri?”.  Cosi ha esordito l’arciprete don Rosario Sultana, iniziando la sua omelia.  Siamo veramente pronti per accogliere il Signore? Probabilmente sì, ma come ci siamo preparati in queste quattro settimane d’Avvento ad accogliere il Verbo fatto carne? Siamo pronti veramente?

In viaggio verso Betlemme

Pe arrivare alla grotta è necessario mettersi in viaggio spirituale di servizio per il prossimo – ha continuato don Rosario – attirando l’attenzione dell’assemblea, che ha seguito in religioso silenzio e viva partecipazione. Il viaggio per alcuni può essere facile o breve, per altri lungo e faticoso, ma chi pensa di non dover affrontare alcun viaggio o si sbaglia o non è mai partito per Betlemme e per questo non vedrà la gloria e lo splendore del Signore.

Fissare lo sguardo sul Veniente: l’Emmanuele

foto di S. Zagarella

Cosa ci vuole dire, attraverso la Parola di oggi, il Signore? Il Natale è vicino e la liturgia della Chiesa ci invita a fissare lo sguardo sull’Atteso, l’Emanuele, il Dio con noi per comprendere chi vogliamo essere davanti a lui, e qual è il nostro modo di accoglierlo. La liturgia ci aiuta a rispondere a questi interrogativi mettendo a confronto Acaz con Giuseppe. Acaz non vuole chiedere il segno del Signore: il suo rifiuto rivela tutta la sua pochezza, mentre Il Signore si serve di lui per un annuncio di profezia: “Il Signore stesso vi darà un segno. Ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”. Al contrario di Acaz, Giuseppe si apre al sogno di Dio, chiede un segno e il Signore gli risponde con segni e prodigi. Il Re Acaz rivela tutta la sua pochezza come accade a chi non vuole mettersi in gioco al contrario di Giuseppe che si fida di Dio. Il sogno di Giuseppe rappresenta la nuova meravigliosa umanità a chi si fa aiutare da Dio e dagli altri. Giuseppe nel Vangelo di Matteo medita nel suo cuore su quando gli sta accadendo, si trova di fronte a un fatto che lo sconvolge. Ed ecco arrivare in aiuto un messaggero del Signore che gli dice:” Il Bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo”

Le condizione per ricevere la Grazia del Natale

Coro San Giovanni Paolo II

Tre sono le condizioni essenziali per ricevere la grazia del Santo Natale:1) l’umiltà di cui Giuseppe è modello, 2) la fede, 3) l’obbedienza alla volontà di Dio. Infatti, come nel Vangelo, l’Angelo aiuta Giuseppe a riconoscere la volontà di Dio. L’atteggiamento di Giuseppe ci mostra la difficoltà che ha un uomo a interpretare le vicende della storia con le sole forze umane. Come si fa a credere che una donna ha concepito un figlio per virtù dello Spirito Santo? Giuseppe, nel sogno, viene illuminato dalla Parola per comprendere la vocazione all’Amore che salva. Come Maria, accettando di accogliere Gesù, ha fatto spazio alla volontà di Dio, pur non comprendendo pienamente. Anche noi di fronte al mistero della storia e alle sue contraddizioni, e sono tante, gioie, dolori, pace, guerra, abbiamo la stessa possibilità: la fede umile che sa ascoltare, quella fede che testimonia per costruire un mondo rinnovato e sempre più cristificato. Siamo chiamati anche noi a ragionare sulle vicende umane che a volte non comprendiamo e non accettiamo perché ci sembrano inadeguate, assurde e indegne. Eppure siamo chiamati ad aprire il nostro cuore e la nostra intelligenza al mistero di Dio per accoglierlo, come Maria e Giuseppe, nell’ascolto della Parola e nell’obbedienza della fede.

Gli auguri per un Natale più umano e più solidale

don Rosario Sultana

L’arciprete Sultana conclude la sua incisiva e chiara omelia, con l’augurio, sull’esempio mirabile di San Giuseppe, di vivere un Natale che ci rende capaci di accogliere tutti, in particolare gli ultimi e i poveri, sapendoli riconoscere in chi ci sta accanto. Augura un Natale ricco di pace, di fede sincera e speranza certa in un mondo migliore più vivibile. Dio ha da sempre un sogno su questo mondo e su ciascuno di noi: che questa terra sia più giusta, più solidale, capace di perdono, di affetti intensi. Non dimentichiamo di fissare lo sguardo su Gesù, il Dio con noi, l’Emanuele, che viene, sta alla porta e bussa. Veniamogli incontro e così sia. Buon Natale a tutti!

La messa è stata animata dal coro “Giovanni Paolo II” diretto dal Maestro Carmela Tuccitto. L’assemblea, nonostante si riunisce ogni domenica per celebrare l’Eucaristia, oggi l’ha vissuta con trepidazione e la percezione che la comunità era come una finestra aperta al territorio e interagiva con l’esterno, pregando insieme!

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