Don Sultana nel 70° anniversario della Madonna delle Lacrime di Siracusa: "le lacrime di Maria segno di speranza e balsamo di consolazione"
Omelia di don Rosario Sultana
Carissimi fratelli e sorelle, desidero innanzitutto ringraziare don Paolo Trefiletti che mi ha onorato invitandomi a presiedere questa solenne eucarestia in occasione del 50° anniversario della Parrocchia di Santa Maria di Gesù e nel 70° anniversario della Lacrimazione di Maria a Siracusa, un grazie anche al Rettore del Santuario della Madonna delle Lacrime don Aurelio, insieme a voi abbiamo accolto devotamente, in piazza Denaro, il reliquiario delle lacrime della Beata Vergine Maria Immacolata che pianse, come sappiamo, a Siracusa nella casa dei coniugi, Angelo Iannuso e Antonina Lucia Giusti, correva l’anno 1953 e la lacrimazione avvenne in via Degli Orti di San Giorgio dal 29 agosto al 1 settembre.
Ci chiediamo perché la Vergine Maria ha pianto? E ancora, ha mai smesso di piangere?
Maria pianse, perché senza nulla dire, desiderava parlare a migliaia di persone, come sappiamo in altre apparizioni di Maria nel mondo, ha parlato consegnando messaggi mediante veggenti, a Siracusa invece ha parlato solo con le sue Sante Lacrime, non solo, a differenza di tutte le altre visioni e apparizioni mariane, il prodigio di Siracusa è l’unico comprovato dalla scienza che ha rilevato da un esame scientifico delle lacrime fuoriuscite dalla effige in gesso, che si trattava realmente di lacrime umane. Il suo è un pianto estremamente serio, saturo di tristi presagi, un richiamo a non respingere gli inviti divini alla conversione, inviti che giungono a noi ogni giorno dall’ascolto della Parola di Dio e dalla preghiera, per non incorrere nella nostra rovina.
San Giovanni Paolo II, il 6 novembre 1994, durante la consacrazione del Santuario di Siracusa disse: «le lacrime della Madonna, appartengono all’ordine dei segni: esse testimoniano la presenza della Madre nella Chiesa e nel mondo. Piange una madre quando vede i suoi figli minacciati da qualche male, spirituale o fisico».
Lacrime segni di una guerra a pezzi
Pensate ad esempio al male spirituale e fisico inflitto all’umanità dai numerosi conflitti e dai focolai di guerra sparsi nel mondo, come dice lo stesso Papa Francesco: “viviamo in una terza guerra mondiale combattuta a pezzi”, infatti non c’è solo la guerra in Ucraina, c’è il Messico che combatte dal 2006 contro i cartelli della droga, dall’inizio dell’anno sono morte 1.367 persone. O quella che si svolge in Nigeria dal 2009 e in cui nel 2022 sono morte 1.363 persone. Ovviamente sono guerre anche quella in Siria (1.037 morti solo nel 2022), in Iraq (267 morti), nello Yemen (5.099 morti), nella regione del Tigrai, in Etiopia (410 morti).
Si può definire guerra anche quella che devasta la Birmania, dove dall’inizio dell’anno ci sono state 3.846 vittime. L’Afghanistan è in guerra dagli anni settanta, con milioni di vittime, e negli ultimi mesi ha visto crescere il numero di rifugiati (sarebbero decine di migliaia) mentre la carestia minaccia cinque milioni di bambini.
Ci sono le guerre “a bassa intensità”, come il conflitto tra Pakistan e India per la regione del Kashmir (575 vittime nel 2021 e 25 dall’inizio dell’anno) o quello in Sudan (1.364 morti nel 2021, 97 nel 2022). E ancora: Repubblica Democratica del Congo dove si trova la nostra Chiesa Gemella di Butembo Beni, in Somalia, Mozambico, Israele e Palestina.
Le lacrime segni della piaga di pedofilia e pedopornografia
Pensiamo ancora al male fisico e spirituale inflitto dalla piaga della pedofilia, l’Europa è il centro mondiale della pedofilia e della pedopornografia, Il nostro Don Fortunato Di Noto, fondatore dell’associazione Meter, ha dichiarato recentemente che “l’Unione Europea è l’hub mondiale della pedofilia. Il 62% di tutti i contenuti pedopornografici è ospitato nell’UE, rendendo il nostro continente un eldorado per i pedofili di tutto il mondo”.
Questi sono solo alcuni esempi per i quali ancora oggi la Vergine Immacolata versa le sue lacrime di dolore sull’umanità e sul mondo intero, lacrime le sue, sul male fisico e spirituale, inflitto al mondo dai nostri peccati e dalla nostra incapacità di amare.
Lacrime segni della crisi climatica
Tra i mali fisici e spirituali non dimentichiamoci della crisi climatica, gli eventi meteorologici estremi, l’aumento della temperatura globale, i grandi mutamenti naturali che hanno toccato recentemente anche l’Italia e che ha coinvolto anche i nostri fratelli e sorelle alluvionati dell’Emilia Romagna, che hanno perso non solo la casa ma anche il necessario per vivere cadendo nello sconforto e nella disperazione. Anche Papa Francesco ci ha ricordato nella sua “Enciclica Laudato Sì” che la nostra casa comune è come una sorella, con la quale condividiamo l’esistenza, e come una madre bella che ci accoglie tra le sue braccia. Questa sorella protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei.
Le lacrime di Maria segno di speranza e balsamo di consolazione
Un anno dopo la lacrimazione a Siracusa Papa Pio XII, il 17 ottobre 1954 diffuse nel mondo un radiomessaggio, dicendo tra l’altro: «Comprenderanno gli uomini l’arcano linguaggio di quelle lacrime? Si era in pieno periodo della cortina di ferro sovietica e della Chiesa del silenzio, perseguitata dal regime comunista.
Oggi in altra maniera siamo di nuovo lì, anche il nostro è un tempo nel quale la chiesa è perseguitata a causa del Vangelo. Un team di ricercatori impegnato a monitorare la realtà dei cristiani in 100 nazioni nel mondo rivela che, tra ottobre 2021 e settembre 2022, sono stati uccisi 5.621 cristiani, 4.542 sono stati arrestati e 5.259 rapiti – di cui 4.726 in Nigeria -, mentre hanno subito attacchi 2.110 chiese o edifici cristiani.
Davanti a tutto questo male non bisogna disperare, perché ancora oggi, la Vergine versa le sue lacrime come balsamo della consolazione e della sicura speranza che l’amore del Figlio trionferà. Maria stando ai piedi della croce del Figlio e partecipando al Suo dolore, associa anche noi, che siamo figli nel Figlio, alla sua divina maternità, ci chiede di accoglierla con semplicità nella casa del nostro cuore come la Corredentrice, come Madre nostra, realmente capace di curarci ed esortarci, con le sue lacrime, per non rendere vano il sacrificio di Cristo accogliendone i frutti, attraverso una sincera e profonda conversione.
Chi semina nelle lacrime mieterà con giubilo
La Parola di Dio che abbiamo ascoltato pocanzi ci ha esortati e incoraggiati, ricordandoci che “chi semina oggi nelle lacrime mieterà con giubilo. Il Seminatore nell’andare, se ne va e piange, portando la semente da gettare, ma nel tornare, viene con giubilo, portando i suoi covoni”. Non smettiamo mai di seminare speranza, amore, pace e fraternità, annunciando con parresia la buona e bella notizia del Vangelo.
L’Emmanuele, il Dio con noi, l’Agnello immolato “tergerà ogni lacrima dai nostri occhi: non ci sarà più la morte, né lutto, né lamento, né affanno, perché le cose di prima sono passate… Ecco – dice il Signore – io faccio nuove tutte le cose”. (Ap. 21)
Si, fratelli e sorelle, Cristo con la sua morte e risurrezione a ridotto a nulla il potere della morte, ha asciugato le lacrime dai nostri volti e ci ha donato ai piedi della croce Maria come nostra Madre, colei che con le sue lacrime ci ricorda come i nostri peccati continuano a crocifiggere Gesù, e saranno ancora i nostri peccati a lacerare il Cuore del Figlio di Maria nostra Madre se non ci immettiamo con sollecitudine in una vera metanoia.
La Vergine non smetterà di piangere, credo in realtà che non abbia mai smesso di versare lacrime, si fermerà solo quando l’umanità chiederà perdono dei suoi peccati, solo quando gli uomini piangendo e accusando i loro misfatti chiederanno finalmente perdono a Dio, perché è Lui, è solo Lui, capace di raccogliere e asciugare le lacrime di un cuore pentito e umiliato.
L’invito pressante alla preghiera e alla conversione del cuore, rivoltoci da Maria nelle sue apparizioni, ci viene ancora una volta ribadito attraverso il linguaggio silenzioso ma eloquente delle lacrime della Vergine versate a Siracusa 70 anni fa, per questa ragione, concludendo, desidero pregare con voi e per voi davanti a questo reliquiario delle lacrime di Maria:
O Madonna delle Lacrime
guarda con materna bontà
al dolore del mondo!
Asciuga le lacrime dei sofferenti,
dei dimenticati, dei disperati,
delle vittime di ogni violenza.
Ottieni a tutti lacrime di pentimento
e di vita nuova,
che aprano i cuori
al dono rigenerante
dell’amore di Dio.
Ottieni a tutti lacrime di gioia
dopo aver visto
la profonda tenerezza del tuo cuore.
Amen (Giovanni Paolo II)