In Chiesa Madre sono presenti anche gli Scout del MASCI proviamo a conoscerli…

ESSERE ADULTI SCOUT

Il gruppo MASCI della Chiesa Madre

IL METODO: Metodo, (dal greco: meta odos) vuol dire cammino, vuol dire via: un cammino per la vita intera, perché riguarda l’educazione del carattere, l’avventura, le abilità manuali, la vita all’aperto, l’imparare facendo (che non è solo l’individuale fai da te, ma un fare con i fratelli in una comunità e con un metodo comune), la comunità educante il servizio.
L’educazione del carattere non si sospende da adulti perché siamo pieni di spine che dobbiamo in qualche modo toglierci. L’educazione del carattere è per un adulto disciplina interiore, e richiede una durata nell’impegno, una costanza nelle scelte morali di fondo. L’avventura non va in soffitta, per noi adulti, anzi se prima abbiamo giocato o fatto giocare all’avventura, da adulti l’avventura diventa stile di vita. Per un adulto l’avventura non è fare i “rambo”, ma è la capacità di sognare anche da adulti.

“Servire la natura depurando le idee dalle ideologie”

ABILITA’: Lo sviluppo delle abilità manuali, accompagna anche l’educazione degli adulti, in un mondo tutto mentale e automatizzato dove è facile anche disimparare ad aggiustare una bicicletta. La vita all’aperto, conserva anche per un adulto un fascino e delle potenzialità educative notevoli, perché l’ecologia, se la depuriamo dell’ideologia del 68, è un potente strumento per servire il creato (per noi credenti la creazione non è solo natura) che ci parla di Dio, primo grande libro della rivelazione e ci fa conoscere nel silenzio le parti più profonde di noi stessi.

IMPARARE FACENDO: L’imparare facendo e il metodo dell’impresa non scompaiono con la vita adulta. Anzi sono proprio gli adulti che hanno bisogno di ri-entusiasmarsi attorno ad un progetto da realizzare con le loro forze, ad una attività di servizio da intraprendere come comunità. Che per gli adulti diventa comunità educante.
Che significa? Una cosa molto importante. Da ragazzi c’è sempre un capo che ci educa. Da grandi ci educhiamo a vicenda, ci educa la comunità. La comunità diventa, in un momento di penuria di guide spirituali, una sorta di direttore spirituale, perché nella comunità vengo aiutato a crescere.

SERVIZIO: Infine il servizio è inteso nel senso più nobile, non nel senso del puro attivismo. Per usare la parabola evangelica di Marta e Maria, il Masci non sceglie di stare dalla “parte di Marta”. È soltanto un’esegesi sciocca quella che sostiene che Marta è quella che fa le cose e Maria è quella che fa le chiacchiere. In realtà il Vangelo vuole dirci che mentre Maria è affannata nel suo attivismo in un momento fondamentale in cui il Signore della vita, entra nella sua casa, Maria è una persona unita dentro, fa ed é. Il servizio per gli adulti scout, non appartiene alla sfera del “fare”, ma a quella dell’agire, cioè “dell’essere”, del servire per essere migliori, come disse Papa Giovanni Paolo II° a Palermo nel 1995: “Il nostro agire procede dalla contemplazione della Parola del Dio vivente”.

METODO TECNICHE OBIETTIVI: Il metodo scout, il grande gioco della vita ci appassiona ci riempie di gioia. L’adulto scout detesta la tristezza, il senso di frustrazione, l’insoddisfazione come regola di vita. Bisogna però fare attenzione a non confondere metodo con obiettivi, a non confondere metodo e tecniche. Esistono degli obiettivi ed esiste un metodo cioè la strada per raggiungerli e ci sono delle tecniche che sono tante e diverse. Ma qual è la meta, qual è il progetto di uomo che noi vogliamo promuovere nelle persone con l’aiuto del Signore? E’ detto chiaramente nelle Legge e nella promessa scout.
E’ un uomo affidabile (e quanti ce ne sono oggi di uomini affidabili?) ; è un uomo leale; è un uomo solidale; è un uomo obbediente; non nel senso banale del termine ma nel senso del saper riconoscere, discernere, l’autorità; è un uomo incorruttibile anche nell’epoca del pizzo e delle raccomandazioni; è un uomo laborioso anche nell’epoca in cui la gente viene educata al posto, al diritto al posto, non al rigore del lavorare; è un uomo in armonia con il creato, attento alla voce di Dio; è un uomo che non indurisce il cuore, (come dice il salmo 94). Chi è questo adulto scout? È un genitore che sa giocare con i suoi figli, che sa fare dell’avventura un modo per crescere insieme ai suoi figli, che non ha paura dei cambiamenti, che fa strada con loro; è un uomo che va alla scuola della Parola di Dio perché è convinto di averne bisogno come l’acqua, e che vive la catechesi come un grande gioco e come un’avventura; non vi sembri strano, pensiamo alla perfetta letizia di cui parla S. Francesco. Ed è infine un testimone di carità. Testimone di carità, nel gioco cioè in un modo di vivere la solidarietà che non è piagnona.

CREDIAMO ALLA VITA: Lo scout non è di quelli che dicono: ” il mondo è un pellegrinaggio che spero finisca presto e arriverà la morte e con essa le gioie dell’aldilà” noi crediamo nella vita, amiamo questo mondo e vogliamo essere testimoni della carità nell’avventura di scoprire modi diversi di sentire: la tutela ambientale, l’altra infanzia, la pace, la solidarietà internazionale. Queste cose però gli adulti le fanno senza prediche e moralismi. Colpisce a tale proposito una frase di B.-P. ” Noi avremmo potuto chiamare lo scautismo società per la difesa delle qualità morali, perché questo è, ma non sarebbe venuto nessuno. Ma immaginate quale altra cosa è chiamarlo scouting, esplorazione, avventura. ” Questo è il metodo. Chi dice: “dovete essere buoni” non fa diventare buono nessuno; è invece necessario proporre delle mete che favoriscono la crescita della persona la capacità di appassionarsi alla vita, di imparare giocando, di vincere le paure, di vivere il servizio come cambiamento. C’è una differenza profonda. A forza di imposizione, minacce di punizioni, moralismo fatto con le migliori intenzioni, poi la gente sceglie il mondo nel senso più deteriore del termine; sceglie quell’avventura che il mondo gli offre che è un’avventura priva di dignità, priva di libertà, priva di amore.

C’è un racconto rabbinico in cui una persona per mettere in difficoltà un ebreo credente dice: “come è che Dio – si racconta nella Genesi- quando incontra Adamo gli dice: “dove sei, dove ti sei nascosto?”. Se Dio sa tutto perché ha bisogno di chiedere, vuol dire che non sa…” ” no non è così . Quel Dio che chiede ” dove sei” vuol dire: “Adamo a che punto sei con la tua vita?” e questo lo chiede a ciascuno di noi: “come hai speso il tesoro della vita che ti è stato donato, cosa hai fatto nei giorni e negli anni che hai trascorso?” A questa domanda possiamo rispondere: “Sono arrivato qui, sono un fallito, sono un uomo di successo”. Oppure: “sono un uomo in cammino, ho mille difficoltà ho problemi con mia moglie con la comunità, ho difficoltà con i figli, ma sono in cammino ma voglio cambiare, voglio crescere, anche da adulto non ho smesso di educarmi”.

Ecco il metodo degli adulti scout: non ci si può mai sentire arrivati, non ci si può mai accontentare, delle esperienze che abbiamo fatto. Ma attenzione. Il cammino scout non è la scampagnata, è la fatica di crescere. Lo scautismo nasce da una visione religiosa della vita. “Se vuoi intraprendere la strada verso il successo cioè verso la felicità – diceva B.-P. – devi dare una base religiosa alla tua vita”. Allora il gioco diventa la parabola del grande gioco della vita. La pista il sentiero, la strada, diventano parabole della vita come avventura.

IL TRIPODE: LE TRE “C”

Come dare ragione del nostro metodo (cuore – creato- città) che si fonda sul tripode del roverismo (comunità, strada, servizio).
La differenza specifica del metodo dello scautismo adulto sono le famose tre C: noi facciamo scautismo adulto se e quando facciamo strada nel Cuore, (cioè scegliamo la via della crescita interiore, della crescita spirituale); quando facciamo strada nel Creato (cioè quando scegliamo di vivere in mezzo alla natura, ma non divinizziamo la natura, non divinizziamo la scienza); e quando facciamo strada nella Città, (cioè diamo voce agli ultimi, ai crocifissi del nostro tempo, ai dimenticati).

Che cosa vuol dire fare Strada: vuol dire SCOPRIRE E SERVIRE.

Possiamo fare mente locale sulle attività delle nostre Comunità: ci accorgeremo all’improvviso che in quel programma ci sono sempre presenti questi due verbi.
Noi innanzi tutto vogliamo scoprire il Cuore: la Lectio Divina in stile scout, l’animazione della vita familiare non sono altro che modalità concrete ed efficaci scoprire cosa si nasconde nel nostro cuore. Qualcuno potrebbe dire: “ma cosa c’entra tutto questo CUORE, cosa c’entra, non siamo un Movimento di romantici né vogliamo fare un’Associazione di cuori solitari”. Allora cosa c’entra il cuore, perché insistere su questa espressione?
FARE STRADA NEL CUORE

Nella cultura biblica il cuore non è un muscolo e neanche il luogo metaforico dell’innamoramento. Il cuore è la coscienza (secondo gli antichi “cordis-scientia), è il centro della persona, il luogo della libertà e dell’intimità, dove tutte le nostre facoltà si unificano nella libertà di scegliere. Coltivare il cuore vuol dire non essere massa, vuol dire essere persona. Avere gli occhi del cuore vuol dire prendere la Parola di Dio come Parola che illumina i miei passi. Scoprire il cuore vuol dire scoprire la legge della libertà e fare scelte sempre ispirate ad una coscienza matura e consapevole.

 FARE STRADA NEL CREATO

Lo scout ama la natura, vive nel creato, lo custodisce. Dobbiamo imparare meglio a scoprire il creato e a servirlo. Tra i tanti servizi educativi non dimentichiamo quello di lavorare nei parchi, mantenerli, favorirne una fruizione libera e consapevole. Dobbiamo difendere l’equilibro ecologico del pianeta, evitare che l’uomo si condanni ad un futuro grigio.

Dobbiamo ricostruire anche l’equilibrio ecologico della nostra vita seguendo con rigore 4 regole:

• rispettare i bioritmi (notte-giorno; sonno-veglia….)
• fare movimento fisico quotidiano (il peso è la cartina di tornasole)
• curare l’alimentazione
• fare a meno dei veleni (fumo, superalcolici….)

Facendo cammino nel creato ritroviamo noi stessi, l’intimità con la natura, la capacità di gioire. Dobbiamo essere custodi e non predatori del creato, amare il nostro corpo, accogliere il limite della nostra vita (la morte), rispettare la vita dal suo primo seme.

FARE STRADA NELLA CITTA’

La scelta del servizio, l’educazione alla politica, l’impegno politico, la coscienza planetaria sono coessenziali al cammino educativo dell’adulto scout. Questo cammino educativo si fonda sullo spirito di servizio e si concretizza nello svolgimento di un servizio personale e comunitario. Il primo servizio dell’adulto scout (che non può essere sacrificato ad alte modalità di servizio) è fare bene il genitore e il marito/moglie.

Abbandonare il coniuge o i figli per dedicarsi al servizio può essere una fuga dalle proprie responsabilità. La vita familiare non può essere chiusa in sé. La famiglia scout è aperta al mondo. La politica è una delle più impegnative forme di servizio. Nessun AS può pensare che la politica è comunque e sempre una cosa sporca. Ci sono almeno 3 dimensione in cui la politica ci appare: la dimensione del potere, la dimensione della demagogia ideologica, la dimensione del servizio disinteressato.

Anche nel caso del “Fare strada nella città” dobbiamo avere ben presenti le due dimensioni, tipiche del nostro metodo, del SCOPRIRE e del SERVIRE la città.
Dobbiamo imparare a scoprire la Città per scoprirne le malattie profonde, per andare a caccia dei rimedi. Quali siano queste malattie profonde? la solitudine degli anziani, delle persone handicappate, dei carcerati, degli stranieri, la violenza in tutte le sue forme (contro chi nasce, la violenza sociale, la violenza criminale), il profitto visto come idolo a cui sacrificare tutto: il rapporto con la moglie, l’amore per il figli, non il libero mercato o il mercato che garantisce la migliore utilizzazione delle risorse ma l’idolatria del profitto, la disoccupazione, la crisi della famiglia (che rende sempre più disumana la città) fino alla globalizzazione che è fenomeno che ha al suo interno grandi germi di positività ma anche grandi pericoli di emarginazione dei più deboli.

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