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Mons Rumeo per San Corrado: la santità è storia personale non uguale a quella di nessun altro

A cura di don Rosario Sultana

Domenica 27 Agosto 2023, il Vescovo di Noto Mons Salvatore Rumeo, per la prima volta ha presieduto il Pontificale di San Corrado compatrono della Diocesi; durante la toccante omelia ha voluto fare delle consegne che gli stanno particolarmente a cuore, e che qui tentiamo in breve di riassumere.

S.E. Rev.ma Mons Salvatore Rumeo

“La fede ci offre la luce per vedere le cose nel modo giusto, cioè come le vede Dio. Dobbiamo imparare a leggere la storia, la nostra storia, la nostra vita, come parte del piano della Divina Provvidenza per il mondo. Chi prende sul serio la propria fede, spesso è messo alla prova: riuscire a perdonare l’imperdonabile, non odiare un fratello che ti ha procurato solo noie e disastri, non è semplice. A volte si passa per sciocchi, come gente senza spina dorsale, dei deboli. Sembra quasi che ci si guadagni solo in sofferenza quando si cerca una vita giusta, quasi come se non avessimo modi per difenderci, perché il modo di fare più diffuso, per fare comprendere il male che ci è stato fatto, è renderlo. Così, in un mondo in cui tutti amano giocare in attacco per accaparrarsi quanto più possibile con le unghie e con i denti, il Signore fa una promessa piuttosto chiara: seguirLo, anche a costo di passare per ingenui. Questo non è un investimento a perdere, perché se semini amore, prima o poi te lo farà raccogliere…e con gli interessi! Da qui il centuplo: se sei persona di comunione, non avrai problemi ad essere circondato da veri amici; se sei uomo o donna capace di condividere quello che hai con chi è nella difficoltà, avrai modo di trovare chi con te farà altrettanto; se sei sufficientemente umano, anche se il percorrere la tua strada ti dovesse portare lontano o a scontrarti con i tuoi affetti, Dio troverà il modo per mettertene sulla tua strada altri.

La testimonianza cristiana è una conseguenza dello Spirito ricevuto (At 1,8; Gv 15,26). È una manifestazione della presenza di Dio, dell’Uomo-Dio in noi; della sua grazia, del suo amore, della sua azione divina dentro e fuori di noi. È inoltre un elemento essenziale, caratteristico di tutta la Chiesa, di tutti i suoi membri, in ogni tempo e luogo. Questa testimonianza affonda le sue radici nell’intima unione tra Cristo e la sua Chiesa, tra il Signore Gesù ed ogni battezzato. Quando proclama la santità dei suoi figli, la chiesa li addita a tutti i fedeli come modelli di vita cristiana per la fedeltà con cui hanno vissuto il messaggio evangelico e per l’esemplarità con cui hanno risposto alla loro vocazione.

La santità è sempre incarnata in una concreta forma di vita, in un determinato servizio alla chiesa e in una singolare storia personale che non è uguale a quella di nessun altro. A tutti i fedeli, dunque, San Corrado è presentato come un credente, che ha testimoniato una fede limpida e incrollabile nel Signore Gesù e, al tempo stesso, si è fatto compagno di viaggio dell’umanità immersa in mille fragilità. San Corrado offre l’esempio di una dedizione senza riserve al servizio della chiesa. I Santi sono perle preziose; sono sempre vivi e attuali, non perdono mai valore, perché rappresentano un affasciante commento del Vangelo. La loro vita è come un catechismo per immagini, l’illustrazione della Buona Notizia che Gesù ha portato all’umanità: che Dio è nostro Padre e ama tutti con amore immenso e tenerezza infinita.

L’esempio di San Corrado illumini le menti delle donne e degli uomini del nostro tempo, ravvivando la fede, animando la speranza e accendendo la carità, affinché ciascuno si senta attratto dalla bellezza del Vangelo e nessuno si smarrisca nelle nebbie del non senso e della disperazione. Anche oggi è importante scoprire la santità nel popolo santo di Dio: nei genitori che crescono con amore i figli, negli uomini e nelle donne che svolgono con impegno il lavoro quotidiano, nelle persone che sopportano una condizione di infermità, negli anziani che continuano a sorridere e offrire saggezza. La testimonianza di una condotta cristiana virtuosa, vissuta nell’oggi da tanti discepoli del Signore, è per tutti noi un invito a rispondere personalmente alla chiamata ad essere santi.

«Netum, ingegnosa urbs numquam vi capta»: questo magnifico e splendido titolo che trionfa sulla porta di Noto antica fu conferito alla città da Federico II di Aragona per i tanti personaggi che si distinsero nel campo dell’arte, delle lettere e della scienza. Questo motto latino ci ricorda le glorie di una città che, adagiata sul monte Alveria, scrutava l’orizzonte con superba forza e intelligente sapienza. Carissimi amici oggi il cuore di Noto è qui, ai piedi di quest’arca che contiene le spoglie mortali del nostro Santo Patrono. Il cuore della città batte all’unisono per il Suo Santo che continua, dopo tanti secoli, a indicare la via della santità, della rettitudine e della ricerca del Vero, del Buono e del Bello.

Siamo pienamente orgogliosi di abitare e vivere a Noto, di camminare per le sue terre, di vivere in questo giardino ammirato e cantato da poeti, letterati e meta di turisti provenienti da ogni parte del mondo. Siamo invidiati per le meraviglie che in ogni angolo della città e degli altri comuni della Diocesi dicono del nostro passato e raccontano opere e giorni di una storia che purtroppo non è più.

Dobbiamo essere tutti, piccoli e grandi, rispettosi e religiosamente devoti di questi immensi tesori che ci sono stati lasciati per crescere come uomini e come cristiani nella ricerca della bellezza. Quella vera! La città che «mai fu conquistata» ha bisogno, oggi, di sentire l’affetto dei suoi figli, dei suoi ragazzi, dei suoi anziani e delle famiglie. «In» e «per» questa città, purtroppo conquistata da logiche utilitaristiche non solo locali ma anche internazionali, dobbiamo scrivere con la nostra testimonianza evangelica pagine di vita che orientino a coltivare valori universali e valori rispettosi della cultura cristiana: perché tutto, quì riporta alla dottrina di Cristo.

Dobbiamo vivere Noto nell’ordinarietà della vita, nella normalità delle nostre mansioni e ministeri. I proclami, che vengono da più parti, sulla collaborazione tra le diverse agenzie educative non rimangano parole al vento, ma occasioni che trasformino questa città in spazio di vita vera e non luogo dell’effimero; non una città attraversata da bolle di sapone, ma spazio di incontro per chi vi risiede e per chi un giorno vi dovrà invecchiare: i nostri ragazzi!

Le nostre comunità parrocchiali devono tornare a vivere un sano protagonismo, tornino ad essere la fontana del villaggio dove attingere forze che portino al rispetto dell’altro, al dialogo fraterno e ad una cultura della vita che sia piena, bella, aperta, popolare e solidale.

Noto appartiene ai netini, è bellissima e, in quanto città solare, deve risplendere della sua vera luce e della sua vera vocazione: per intercessione di San Corrado torni ad essere «città ingegnosa» per viva carità, «città ingegnosa» per concreta solidarietà, «città ingegnosa» per la promozione di alta cultura, «città ingegnosa» per fantasia creatrice che riesca a ridare vita e calore a questo meraviglioso popolo, al nostro «giardino di pietre vive»”.

Omelia Vescovo Rumeo San Corrado 2023

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