Il vescovo di Butembo-Beni, monsignor Sikuli Paluku Melchisedech, in un videomessaggio, denuncia i massacri di Beni e dintorni, nel nord Kivu, come “crimini contro l’umanità”.

“Veniamo uccisi, massacrati ogni giorno in un’indifferenza sempre più sconcertante. Eppure continuiamo a sperare, ad aspirare alla felicità annunciata nelle Beatitudini proclamate da Gesù Cristo (Mt 5, 1-12)!” – così il vescovo congolese esprime il suo dolore per questa immane tragedia, unito però alla speranza di partecipare alla passione e alla resurrezione di Cristo.

Sei anni di violenze e promesse non mantenute: “Dall’ottobre del 2014, nella diocesi di Butembo-Beni, nella regione di Beni-ville e dintorni, assistiamo ad atroci massacri. Crimini efferati che continuano senza sosta da ben sei anni” denuncia monsignor Melchisedech.

Questi fatti costituiscono per il vescovo africano “crimini contro l’umanità”. Massacri, continui rapimenti di persone, case bruciate, farmacie e negozi saccheggiati. E i numeri sono davvero da “crimini contro l’umanità“: circa 4 mila morti dall’ottobre 2014, di cui mille solo nell’ultimo anno. Difronte a tutto ciò “la popolazione si chiede giustamente cosa deve ancora fare per far sì che le forze di difesa e sicurezza sradichino le Afd e gli altri gruppi armati, presunti responsabili dell’insicurezza nella regione” dice il vescovo che si domanda se è “umanamente ragionevole e responsabile sacrificare in un vergognoso silenzio tante vite umane per interessi economici e/o politici?”.

“Risvegliamoci dal nostro sonno per un impegno sociale (cf Rm 13,11) per valutare insieme la situazione su questa carneficina a Beni e dintorni. Liberiamoci dall’indifferenza rivoltante che si nota nella maggioranza degli attori politici e amministrativi” chiede infine il presule africano.

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