Essere o Avere, ovvero senti di essere comunità o pretendi solo di avere da essa?

La scelta di questa titolo per descrivere la comunità è nata dalla consapevolezza che spesso la comunità-parrocchiale è vista come uno sportello di richiesta di certificati e non come luogo comune di comunione, crescita, fraternità.

Abbiamo la responsabilità di maturare consapevolezza su cosa significhi essere comunità parrocchiale. Ciascuno la sente propria, ma nello stesso tempo non la sente sua. Quante volte sentiamo la frase “io appartengo a…”. Appartenere ad una comunità significa viverla. La viviamo in quanto tale? La viviamo in quanto nostra?

Ma cos’è realmente la comunità?

E come fare per sentirla propria, cosa fare per sentirla casa, cosa fare per sentirla famiglia? Il mondo di oggi, immerso in un individualismo sfrenato, ha quasi del tutto dimenticato le radici cristiane da cui proviene. Abbiamo bisogno di ritornare alle origini, di ritrovare le nostre autentiche radici cristiane, di realizzare quella comunità che ognuno sogna nel proprio cuore.

Molto spesso sentiamo la frase “la comunità è famiglia di famiglie”. Un’espressione così vera, così forte ma che poco si comprende fino in fondo, che poco si fa propria, che poco si vive… ed allora in questo caso il verbo da usare è “avere”. La comunità diviene un ente che spartisce su richiesta informazioni, servizi e quant’altro.

Famiglia di famiglie

Noi pensiamo che la comunità è quel luogo dove tutto deve essere bello, dove tutto deve essere perfetto, senza macchia, che deve rispondere a tutti i miei perché, ai miei dubbi, dove niente e nessuno può sbagliare e soprattutto dove tutto deve perfettamente calzare alla mia concezione di comunità e di parrocchia.

Nulla di più falso!

La comunità è fragile, perché formata da uomini fragili, la comunità è una famiglia dove ciascuno con i propri limiti, i propri difetti, i propri sogni entra a farne parte, una famiglia che se fondata sull’amore di Cristo ci rende figli e fratelli, il sangue di Cristo ci lega.

La parrocchia deve profumare di famiglia

Nella famiglia si conoscono e riconoscono le potenzialità ma anche i limiti e le fragilità; in ogni famiglia ci sono discussioni, incomprensioni, abbiamo punti di vista diversi, opinioni diversi, convergenze e divergenze, punti deboli, ma anche punti di forza.

Il punto di forza principale in una famiglia è l’Amore

L’amore è quello per cui ci siamo scelti, ecco la comunità parrocchiale è famiglia in quanto tutti abbiamo scelto un unico Amore… quello di Dio per ciascuno di noi, Lui ci ha amati per primo e noi nella nostra piccolezza, avendone conosciuto l’amore, cerchiamo di rispondere faticosamente a questo amore. Come ci dice San Paolo nel suo inno alla carità, “…la carità tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta”. Per questo aggiunge ancora “… Non avrà mai fine”.

Se solo fosse questa la misura dell’amore in comunità veramente ritorneremmo ai tempi in cui guardandoci direbbero “guardate come si amano”… la comunità è come una famiglia in cui si sbaglia, ci si perdona, ed in nome di un Amore più grande ci si rialza insieme e si riparte fianco a fianco, ciascuno con il proprio carisma, ciascuno con i propri doni, ciascuno con la propria umanità che nell’Amore di Cristo divinizza.

Ci ritroviamo in una comunità parrocchiale perché?

E’ quello il luogo in cui siamo chiamati a partire per annunciare Cristo, non si può essere cristiani senza Chiesa, senza fratelli.

Ci ritroviamo in una comunità

Non perché ci sentiamo perfetti, anzi tutt’altro, ma perché inoltrandoci sempre più nel mistero di Cristo, comprendiamo che abbiamo bisogno di un Amore più grande, di uno sguardo più puro, di un cuore più misericordioso sulle nostre povertà, e quell’Amore, quello sguardo puro, quel cuore misericordioso l’abbiamo scoperto solo in Cristo.

E’ una realtà in cui si cercano e si perseguono obiettivi comuni, in cui si cammina insieme con la gioia di realizzare questo cammino, di scoprire la strada che permette di raggiungere mete comuni, restando nella logica del Vangelo, nell’amore di Cristo. La vera molla dovrebbe essere l’amore per Cristo e di Cristo solo così riusciremo ad essere veramente strumenti del suo amore, testimoni autentici, solo mossi da questo amore potremo comprendere come costruire una comunità santa.

Facciamo nostre le parole di Santa Teresina di Lisieux: “nel cuore della chiesa io sarò l’amore”.

Rita Magro

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