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Un tratto di storia: l’arciprete Antonio Frasca una rondine in volo

Tra gli Arcipreti della Chiesa Madre di Avola rimane vivo il ricordo dell’arciprete Frasca, al quale vogliamo dedicare queste righe per non dimenticare i tanti operai nella vigna del Signore che in questi anni si sono succeduti nella guida della Comunità cristiana di Chiesa Madre. Don Antonio Frasca nato a Pozzallo il 13 luglio 1912, fu ordinato sacerdote nel luglio 1937 e il 16 febbraio 1941 fece il suo ingresso come arciprete nella Chiesa Madre di Avola , la quale diventò la sua patria di adozione e praticamente vi spese tutte le sue energie nello sforzo di comunicare in una città, che dopo la guerra si era svegliata “rossa”, un forte senso di vita cristiana vissuta soprattutto nella sua dimensione interiore. Fu anche dotato di una grande capacità organizzativa che lo portò a promuovere la costruzione di asili, oratori, campo sportivo. Questa vulcanica attività, prima che fosse consapevolmente ripudiata, fu interrotta dall’infarto del 6 luglio1968.

Lasciata la parrocchia, trascorse gli ultimi 14 anni della sua vita dedicandosi ad un’attività pastorale che lo porterà ad un’opera di evangelizzazione e catechesi a vasto raggio, raccogliendo attorno a sé laici di varie diocesi. La morte lo colse all’improvviso durante la siesta del 13 novembre 1982 bloccando il suo volto in un’espressione sorridente.

Il suo carattere duro e difficile nascondeva un bisogno di tenerezza che, insieme all’anelito spirituale e ad una ricerca di pace, si rileva nei versi che il nipote, don Giuseppe Ruggieri, ha pubblicato in un volumetto che ha il titolo di “Voli di rondini”, suggerito dalla metafora che don Antonio Frasca aveva usato per indicare la vita: essa è un volo di uccelli, in particolare rondini, che non possono mai toccare il suolo ma devono sempre posarsi su un sostegno più alto del terreno per poter spiccare nuovamente il volo.

Anna Munafò

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