11 Maggio, Festa di San Sebastiano ad Avola. "Come San Sebastiano, ascoltiamo la Voce del Pastore e seguiamolo nel cammino della santità"
Oggi giorno di gioia e di tripudio per la festa del nostro Santo martire Sebastiano, dopo un intenso triduo dal tema “Pellegrini di speranza, con San Sebastiano, testimoni della fede”. Il tema è scaturito dal messaggio di Papa Francesco sulla 62ma giornata di preghiera per le vocazioni. Don Alessandro Paolino, parroco della Chiesa di San Giovanni, ha dettato le riflessioni del triduo con chiarezza e coinvolgimento, tenendo viva l’attenzione dei fedeli. La messa di stamattina è stata celebrata dal nostro vicario parrocchiale don Franco Santuccio con partecipazione di numerosi pellegrini e fedeli. Dopo la tradizionale asta del pomeriggio, che attira molti devoti , si è celebrata la messa vespertina, presieduta dall’arciprete canonico don Rosario Sultana, che ha tenuto un’ omelia che vi riportiamo interamente.
Omelia del Parroco Don Rosario Sultana per San Sebastiano – Avola, 11 maggio 2025
Carissimi fratelli e sorelle, ancora una volta ci ritroviamo insieme, per celebrare la nostra fede, nella solennità del nostro Santo protettore Sebastiano, siamo qui nel Giorno del Signore, la domenica, giorno in curi preghiamo per le vocazioni, in cui ricorre la festa della mamma e giorno in cui si celebra il Giubileo delle Bande Musicali.
Gesù è Risorto,
come ci ha ricordato Leone XIV, Il Risorto viene a noi con il dono della Pace: “la pace sia con voi”, sono le prime parole di Gesù Risorto, le prime parole del nuovo Pontefice Prevost appena affacciato dalla Loggia delle Benedizioni della Basilica di San Pietro nel giorno della sua elezione.
Siamo ancora imbrigliati in questa “guerra a pezzi”,
come la chiamava Papa Francesco, una guerra che non smette di proliferarsi, basti pensare alla contesa della regione del Kashmir tra India e Pakistan; diciamocelo: siamo stanchi di vedere un mondo in guerra, desideriamo la pace che solo il Risorto può darci, solo la testimonianza della fede in Cristo Buon pastore può farci ottenere il dono della fratellanza e della pacifica convivenza.
Il Buon Pastore offre la propria vita per le pecore
e ci raduna come unico gregge, nell’unico Corpo mistico della Chiesa, – come ci ha detto Papa Leone XIV – la Chiesa è come un faro che illumina il mondo, “non tanto grazie alla magnificenza delle sue strutture e per la grandiosità delle sue costruzioni – come i monumenti in cui ci troviamo –, quanto attraverso la santità dei suoi membri”. Il segreto per costruire il regno di Dio, Regno di pace e di giustizia, è la santità della nostra vita. Carissimi fratelli, è qui che San Sebastiano ha ancora tanto da dirci con il suo esempio, la sua testimonianza di fede coraggiosa, che spinse lui e spinge anche noi a donare la vita, stando ritti davanti all’Agnello in vesti candide e rami di palmi nelle mani (Ap 7, 9), sapendo che l’effusione del sangue di Cristo ci ha redenti assieme al sangue dei martiri e del nostro amato San Sebastiano.
La fede cristiana,
purtroppo, anche oggi come allora, è considerata come una cosa per vecchietti e bambini, oppio dei popoli. San Sebastiano, nonostante la sua posizione di soldato Romano, non rinunciò a testimoniare con fedeltà il Vangelo, aiutando i cristiani e difendendo la loro fede, prendendosi cura degli altri e della diffusione del Vangelo, rischiando ogni giorno la propria vita per Cristo e i fratelli. Anche Papa Leone XIV nella sua prima omelia nella messa con i Cardinali, nella Cappella Sistina, ha ribadito come: “anche oggi non sono pochi i contesti in cui la fede cristiana è ritenuta una cosa assurda, per persone deboli e poco intelligenti; contesti in cui ad essa si preferiscono altre sicurezze, come la tecnologia, il denaro, il successo, il potere, il piacere. Si tratta – prosegue il Pontefice – di ambienti in cui non è facile testimoniare e annunciare il Vangelo e dove chi crede è deriso, osteggiato, disprezzato, o al massimo sopportato e compatito. Eppure, proprio per questo, sono luoghi in cui urge la missione, perché la mancanza di fede porta spesso con sé drammi quali la perdita del senso della vita, l’oblio della misericordia, la violazione della dignità della persona nelle sue forme più drammatiche, la crisi della famiglia e tante altre ferite di cui la nostra società soffre e non poco”. Queste prime parole di Papa Leone XIV sono, secondo me, un vero manifesto programmatico del suo Pontificato.
Tutti noi come gregge di Dio, uniti al Pastore delle nostre anime,
e condotti all’unità dal successore di Pietro, nel legame d’amore stretto con ciascuno di noi a Cristo, nell’intima comunione con Lui e il Padre siamo al sicuro, pertanto non temete, niente e nessuno potrà mai strapparci dalla pienezza della gioia e dalla speranza in Cristo Gesù, è Lui la nostra speranza. Tutti insieme in un vincolo di comunione fraterna, siamo suo popolo, gregge che egli guida; infondo, se ci pensate, sta qui il senso più profondo di ogni vocazione, nel lasciarsi condurre dalla tenerezza compassionevole e misericordiosa di Dio verso quella pienezza della gioia e della dignità della vita umana. Come San Sebastiano, come l’apostolo Pietro, ascoltiamo la Voce del Pastore e seguiamolo nel cammino della santità, offriamo noi stessi a Dio con generosità e per il bene di tutti e per la costruzione di una fraternità universale e pacificata.
Liberiamoci da un “ateismo di fatto”,
diventiamo credenti, non riduciamo Gesù il Buon Pastore “a una specie di leader carismatico o di superuomo” (omelia di Leone XIV). Perciò, anche per noi, diventa essenziale ripetere con l’apostolo Pietro: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente» (Mt 16,16).
Impegnati – come ci ha ricordato il nostro Vescovo Salvatore – nel nostro cammino sinodale e nella formulazione degli Orientamenti Pastorali Diocesani, ci sono di conforto le parole del Papa che invita ad «essere una Chiesa sinodale, una Chiesa che cammina, una Chiesa che cerca sempre la pace, che cerca sempre la carità, che cerca sempre di essere vicino specialmente a coloro che soffrono».
Mentre ci accingiamo a professare la nostra fede, preghiamo per le vocazioni alla santità in tutte le sue sfumature. Auguro a tutte le mamme del mondo, nel giorno della loro festa, di essere guide sagge dei figli e punti di riferimento e di speranza, formulo altresì gli auguri a chi porta il nome di San Sebastiano e, a chi lo vuole imitare, auguro di costruire sul suo esempio un domani migliore, più umano, più cristiano e fraterno. Auguri!
Don Rosario Sultana, Arciprete Parroco
Scarica l’omelia del Parroco>>
Dopo l’omelia, la celebrazione si è conclusa con la benedizione e i ringraziamenti a tutti da parte dell’Arciprete Parroco. Canti di gioia e le tradizionali invocazioni al Santo hanno esaltato il tono di festa alla chiusura della celebrazione. Possano i santi, come il nostro martire Sebastiano, aiutarci a prenderci per mano e camminare insieme verso Gesù.