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La nostra fede è gioia: non abbiate paura! Il messaggio di Pasqua di Don Rosario Sultana alla Parrocchia

E’ Pasqua. Cristo è Risorto! (Omelia di Don Rosario Sultana)

In questo giorno solenne – ha affermato durante l’omelia il parroco don Rosario Sultana – sale al Padre la nostra lode per le meraviglie che ha operato in noi. Nella Pasqua di Gesù, “morte e vita si sono affrontate in un prodigioso duello. Il Signore della vita era morto, ma ora, vivo trionfa”. Così abbiamo ascoltato nella Sequenza pasquale. In queste parole è racchiuso il nocciolo della nostra fede: la vita è più forte della morte, il male e il dolore non hanno mai l’ultima parola. A volte siamo incapaci a riconoscere il Signore a causa del nostro dolore e delle nostre paure, anche noi come i discepoli di Emmaus, per un certo tempo eravamo con il volto triste perché non avevamo compreso le sacre scritture, ma da questo momento Lui in persona si mette accanto a noi ogni giorno, ci spiega il senso delle scritture e ci riscalda il cuore nello spezzare il pane della Parola e dell’Eucarestia.

Oggi una calda luce avvolge ogni cosa. Il fatto della Resurrezione di Cristo ci consola, ci dona speranza e la forza di affrontare ogni circostanza positiva o negativa, lieta o drammatica in questo tempo pandemico. La Pasqua di Resurrezione non è però solamente un fatto del passato e non riguarda solamente il Cristo Signore. La sua Resurrezione è un memoriale per questo è l’inizio di una nuova condizione per ogni uomo, come ci ricorda San Paolo “se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù”: il Signore risorto vive in ciascuno di noi per divenire suoi testimoni, gustando già ora la gioia della vita nuova per annunciare nel suo nome che chiunque crede in Lui riceve il suo amore e il suo perdono.

In questo tempo così difficile, segnato da chiusure egoistiche, dalla paura per il diffondersi della pandemia da Covid-19 a causa di numerosi contagi, dal disastro economico con la perdita del lavoro, la fede nel Signore crocifisso e Risorto può illuminare di significato e riempire di pace le nostre vite e le nostre amate famiglie.

Ecco il kèrigma: “non abbiate paura!” È risorto e “ci precede” in un mondo rinnovato. Noi, infatti, in virtù del battesimo, siamo già stati sepolti nella morte di Cristo e siamo con lui resuscitati, per questo possiamo con lui camminare verso una vita nuova, infatti, “l’uomo vecchio che è in noi è stato crocifisso con lui” e poiché già ora partecipiamo della Sua stessa vita trasfigurata, possiamo comprendere e attuare l’ammonimento di San Paolo: “cercate le cose di lassù, dove è Cristo, seduto alla destra di Dio!” (Col 3,1). Guardiamo con fiducia verso il Cielo, sapendo che la nostra preghiera, quando è sincera, tesa al bene, non cade nel vuoto. Viviamo in questo mondo, nelle nostre famiglie, nella nostra città di Avola e nella nostra amata chiesa locale di Noto guardando al Cielo, dove sappiamo di essere attesi per godere in pienezza l’eternità con un corpo glorificato e risuscitato.

La nostra fede è gioia, speranza in futuro migliore. Una gioia pacifica, ma certa e rassicurante. Una gioia che ci rende intrepidi operatori di bene, testimoni desiderosi di condividere con tutti gli uomini e le donne del mondo il dono della vita nuova che abbiamo ricevuto.

In questo insigne giorno di Pasqua, desidero offrirvi anche un altro spunto di riflessione che mi sembra particolarmente significativo in questo tempo di prova. Il primo segno attraverso cui il Risorto si fa riconoscere sono le ferite subite durante la Passione. Ciò significa innanzitutto che esse non sono sparite, sono rimaste, ma quelle ferite non sono più causa di sofferenza e di morte.

La sofferenza del Cristo non è stata cancellata, ma trasfigurata. Tutto questo vuole insegnare qualcosa anche a noi che stiamo soffrendo portando i segni dolorosi di questa pandemia. Per Gesù la passione cruenta e dolorosa non è stata vana, piuttosto ha aperto la porta attraverso la quale è entrata nel mondo la vita che non finisce. La malattia, la sofferenza e perfino la morte nostra e dei nostri cari può e deve diventare la soglia attraverso la quale una vita rinnovata, risorta e trasfigurata attraversi le nostre esistenze e dimori in noi. Era necessario che il Cristo fosse consegnato nelle mani dei peccatori e fosse crocifisso, – lo ricorda Gesù ai discepoli di Emmaus – per poter risorgere il terzo giorno (Lc 24,7). A voi consegno un interrogativo: forse che questa pandemia fosse anch’essa necessaria per una trasfigurazione planetaria del mondo?

Don Rosario Sultana

Cari amici, sorelle e fratelli tutti, il giorno di Pasqua è il giorno della giocondità, della beatitudine e della gioia, non di una gioia eterea, solamente celeste. Per questa ragione sono convinto che il mistero della Pasqua entra realmente nella nostra vita, abbracciandola tutta, legando le nostre ferite trasfigurandole. Per questo la Pasqua di Cristo resta l’unico movimento dalla morte alla vita, dalla tristezza alla gioia, dal peccato alla Grazia, dalle tenebre alla luce, per questo mi piace augurare a voi tutti una Pasqua in cui la luce di questo giorno vi renda lieti e forti nella speranza, ardenti nella carità, certi nella fede e fiduciosi nel domani che ci attende.

Ricordate: il momento presente è già abitato dalla presenza del Signore Risorto; il domani a noi sconosciuto è già nelle mani di Dio, il quale ricapitola tutto nell’Amore.

Così sia, buona Pasqua.

 Omelia_Pasqua_2021_Don_Rosario_Sultana

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