di Ignazio La China

Siamo in pieno cammino sinodale. Lo stiamo vivendo in ogni Chiesa locale, così è stato pensato e voluto sia dal Vademecum del Sinodo Generale, sia dalle indicazioni del percorso suggerito dalla CEI per le Chiese italiane. Concretamente si tratta di vivere, sulla base di queste indicazioni, un cammino sinodale diocesano che si articola su tre livelli: Diocesano, Parrocchiale, Vicariale. Nel contesto più ampio del cammino sinodale Regionale, Nazionale, Universale. La Segreteria per il cammino sinodale delle Chiese in Italia ha predisposto un itinerario che si articola su diversi anni con la scelta del recupero/ rilancio/ rimodulazione dei cinque “ambiti vitali” proposti dal Convegno di Verona del 2006 e la loro rilettura nel Convegno di Firenze 2015: Tradizione, Cittadinanza, Affettività, Lavoro, Festa per superare i vecchi schemi chiusi: ad esempio, catechesi – sacramenti – carità; ragazzi – giovani – famiglia… ecc.

La finalità del cammino sinodale delle chiese in Italia è, infatti, operare, sotto il soffio dello spirito santo, un discernimento sulle tematiche oggetto del confronto sinodale dei fedeli, in tre “passi”: vedere (analisi della situazione = fase narrativa); giudicare (lettura della situazione alla luce della parola di Dio = fase sapienziale); agire (scelta operativa frutto del discernimento comunitario = fase profetica). Questo stile sinodale di discernimento comporta il superamento del vecchio modello di partecipazione e condivisione: si ascoltano i laici, poi decide la gerarchia; l’adozione di un modello nuovo in cui in ogni fase e ad ogni livello il confronto e il discernimento si avvii verso la ricerca di un consenso condiviso, seppur nella diversità di ruoli e carismi. In questa fase “di passaggio” verso nuovi modelli e ruoli i due referenti sinodali diocesani, la segreteria sinodale diocesana, l’equipe sinodale diocesana in ogni diocesi svolgono un lavoro di stimolo e accompagnamento, una sorta di “funzione pilota” per aiutare l’azione di discernimento nel dialogo e nel confronto fraterno.  Ma in questo momento a che punto siamo del cammino?

La fase “narrativa” svolta in questi primi due anni, attraverso l’ascolto di vicini e lontani, ci ha fatto comprendere dove ci troviamo attraverso l’individuazione di luci ed ombre del nostro vissuto ecclesiale. Il primo passo di questo cammino delle Chiese in Italia, infatti, è stato quello “dell’ascolto”, lungo tutto l’anno pastorale 2021-2022. Da quanto emerso in questa fase, tramite le relazioni diocesane fatte pervenire al Comitato sinodale nazionale (a loro volta frutto del lavoro di ascolto delle parrocchie e delle altre aggregazioni ecclesiali) è stata elaborata la proposta di una ulteriore riflessione, per l’anno pastorale 2022-2023, attraverso quelli che sono stati denominati “I cantieri di Betania” (cantiere della strada e del villaggio, cantiere dela casa e dell’ospitalità, cantiere delle diaconie e della formazione spirituale). Con lo stesso metodo dell’anno scorso, si è passati alla raccolta delle esperienze sinodali vissute tramite questi “cantieri” nelle parrocchie e nelle altre aggregazioni ecclesiali così che, come Chiesa locale di Noto, si è potuto redigere una seconda relazione diocesana inviata come la precedente, al Comitato sinodale nazionale il 15 giugno u.s.

La CEI, nella sessione del Consiglio episcopale di luglio ha pubblicato le Linee Guida, un nuovo strumento in cui sono confluite le relazioni diocesane sui cantieri di Betania, il contributo del lavoro dei Vescovi fatto durante la loro assemblea generale di maggio, il contributo dei referenti sinodali diocesani riuniti contemporaneamente all’assemblea dei vescovi, le indicazioni dell’Instrumentum Laboris per il primo anno del Sinodo universale. Con questa nuova sintesi, consegnata alle Chiese in Italia in via ufficiale, si è chiusa la prima fase, detta “narrativa”, e si procederà nella seconda fase del cammino sinodale italiano, denominata “sapienziale”, con cui si avvierà un ulteriore lavoro di discernimento, da compiere nell’anno pastorale 2023-2024, guidati dall’icona e dal Vangelo di Emmaus, concluso il quale si arriverà al momento delle scelte concrete nella terza fase, conclusiva, denominata “profetica”, alle soglie del giubileo del 2025.

Con l’avvio della fase “sapienziale” adesso è il momento di chiederci dove vogliamo arrivare? Quali piste preferenziali? quali urgenze? quali metodi e strumenti usare? Questa nuova fase di discernimento comunitario sarà svolta a livello di Chiese di Italia attraverso il confronto sulle tematiche emerse a livello nazionale e raggruppate in cinque costellazioni, lanciate nelle Linee Guida: La missione secondo lo stile della prossimità; I linguaggi, la cultura e la proposta cristiana; Formazione alla fede e alla vita; La corresponsabilità; Le strutture. Ogni diocesi sceglierà le tematiche su cui avviare il proprio percorso di riflessione e confronto. Concretamente la fase sapienziale nelle diocesi si articolerà lungo i mesi che vanno da luglio 2023 ad aprile 2024. La relazione delle singole diocesi, sulle tematiche scelte e sul discernimento operato durante il percorso stabilito, dovrà essere mandata alla Commissione sinodale nazionale entro il 30 aprile 2024. Dalla sintesi di questo ulteriore discernimento emergeranno le scelte concrete da attuare che la CEI consegnerà alle Chiese di Italia nel 2025.

Nel contesto di questo cammino, il nostro convegno di settembre, rappresenterà il momento del lancio della fase sapienziale, in continuità col precedente convegno su sinodo e sinodalità celebrato proprio all’annunzio dell’avvio del cammino sinodale da parte di Papa Francesco e all’inizio della fase narrativa. Il tutto nel contesto delle indicazioni date dal nuovo Pastore della diocesi, Mons. Salvatore Rumeo, con l’invito a vivere tutti questo primo anno del suo ministero in diocesi con atteggiamento sinodale, declinando la spiritualità di comunione come dialogo fraterno, per concretizzarsi in gesti credibili di riconciliazione e solidarietà, testimoniando nella fraternità ecclesiale il volto della misericordia del Padre che in Gesù parla al cuore di tutti,  per vivere la sinodalità in nuove forme di partecipazione, corresponsabilità e ministerialità e rileggere, ancora secondo le indicazioni pastorali di Mons. Rumeo, la vita della nostra Chiesa locale in riferimento all’annuncio del vangelo, alla vita sacramentale e alla carità.

Lo stile sinodale darà dunque l’impronta anche alle stesse modalità della celebrazione del nostro Convegno. Infatti, mentre il primo giorno vedrà la Relazione su Il cammino sinodale delle Chiese d’Italia e le Linee Guida con le cinque costellazioni tematiche da parte di mons. Erio Castellucci, il secondo giorno vedrà la novità di un convegno “diffuso” a livello vicariale. In ogni vicariato la riflessione sarà affrontata attraverso il confronto sulle tematiche scelte all’interno delle costellazioni, da parte dei fedeli delle parrocchie e delle aggregazioni ecclesiali, ma si auspica anche la presenza di non praticanti e lontani dall’esperienza ecclesiale, in “tavoli sinodali”, il cui numero varierà a seconda del numero delle parrocchie del vicariato.

La sintesi del lavoro dei tavoli di ogni singolo vicariato, elaborata dai coordinatori, verrà consegnata il terzo giorno nella fase assembleare diocesana in Cattedrale, avviandosi così verso l’attuazione delle linee guida della CEI del 2024-2025 nell’ottica del cammino pastorale della nostra chiesa locale, per un ulteriore lavoro di discernimento. Un lavoro certo che deve vedere l’impegno e i l coinvolgimento da parte di tutto e, soprattutto, un serio impegno di conversione. Anzitutto perché un cammino, così come pensato e voluto, sia a livello di chiesa universale dal Papa che a livello di Chiese d’Italia, presuppone non l’aggiunta di nuove attività ma l’apprendimento di un nuovo stile di vita ecclesiale: imparare a camminare insieme; ciò presuppone non la domanda su cosa fare ma su cosa si deve cambiare perché la Chiesa possa con efficacia annunciare il vangelo oggi nel mondo. E infatti il cammino sinodale non è fine a se stesso.

Il discernimento cui deve condurre il cammino sinodale deve condurre a rispondere a queste domande: quale nuovo volto della diocesi? Quale nuovo volto della parrocchia? Quali nuovi ruoli di uffici ed organismi diocesani e parrocchiali? Quali nuovi ruoli per gli organismi di corresponsabilità e partecipazione? Quale nuovo ruolo di presbiteri e laici e nuove forme di ministerialità? Quale formazione ai nuovi ruoli? Quali luoghi formativi? Quale collocazione nella società? E’ un modo per concretizzare oggi l’attuazione di Lumen Gentium e Gaudium Et Spes, così come rilanciate da Papa Francesco nella Evangelii Gaudium e sintetizzate nel trinomio con cui il papa ha lanciato il cammino sinodale: comunione, partecipazione, missione. E ciò non può nascere da una operazione di adattamento sociologico al mondo che cambia o ad una operazione di maquillage perché tutto rimanga come prima, ma da una conversione al vero senso della presenza della Chiesa nel mondo e una maggiore fedeltà a Colui che si è rivelato come il Signore del cosmo e della storia.

 

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