di Enrica Munafò

Domenica 22 Gennaio abbiamo celebrato l’Eucaristia della IV giornata del “La Domenica della Parola di Dio”. Questa giornata è stata istituita da Papa Francesco il 30 settembre 2019 in memoria liturgica di San Girolamo, traduttore della Bibbia, con il motu proprio “Aperuit illis”. Questa ricorrenza cade nella settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, per porre la Parola di
Dio nel cuore stesso dell’impegno che i cristiani sono chiamati a realizzare quotidianamente. Vuole soprattutto «far crescere nel popolo di Dio l’assidua familiarità con le Sacre Scritture, così
come l’autore sacro insegnava già nei tempi antichi: “Questa parola è molto vicina a te, è nella tua bocca e nel tuo cuore, perché tu la metta in pratica” (Dt 30,14)».

La “Domenica della Parola di Do” ci vuole inoltre aiutare a comprendere meglio che accanto alla Mensa eucaristica c’è quella della Parola e che i due momenti sono intimamente legati. (Dei
Verbum) Se ci lasciamo guidare proprio dalla celebrazione eucaristica nei suoi diversi momenti, possiamo scoprire questo profondo nesso esistente tra Parola ed Eucaristia. San Girolamo afferma: “Io penso che il Vangelo è il Corpo di Cristo e le Sante Scritture sono il suo insegnamento. E quando Gesù dice: Chi non mangerà la mia carne e non berrà il mio sangue…” (Gv.6,53) benché queste parole si possano intendere anche per l’Eucaristia, tuttavia il corpo di Cristo e il suo sangue è veramente la Parola di Dio. Quando ci rechiamo alla Comunione, se ne cade una briciola, ci sentiamo perduti. E quando stiamo ascoltando la Parola di Dio,.e noi pensiamo ad altro, in quale pericolo non incappiamo?” (Verbum Domini,56). Alla luce di questa sottolineatura, durante la celebrazione eucaristica abbiamo intronizzato la Bibbia, dopo averla portato in processione solenne.

La proclamazione del Vangelo è stata preceduta dall’incensazione e, terminata la proclamazione, un gruppo di fedeli, in rappresentanza delle realtà parrocchiali, ha baciato, dopo il parroco, la
Bibbia. Il libro Sacro dopo è stato deposto in un luogo di rilievo, appositamente preparato, tutto ornato di fiori. Mentre è in corso il secondo anno del Cammino sinodale dedicato ancora all’ascolto sembra risuonare più forte la celebre espressione di san Paolo:” fides ex auditu». Ovvero, «la fede in Gesù, morto e risorto, è un dono che viene dall’ascolto.

L’ascolto della Parola di Dio educa il cuore ad entrare in relazione profonda con le persone e con gli eventi della storia: Dio parla ancora attraverso le Scritture e la vita concreta. È questa la strada che le nostre Chiese intendono percorrere insieme, nella fedeltà al Vangelo e nel servizio ai fratelli e mettere in pratica la Parola, per realizzare opere di giustizia e carità nelle quali tale Parola sia feconda. Tutto questo ha messo in evidenza nell’omelia il parroco, Arciprete. Don Rosario Sultana, insistendo nel dirci che, come a Cafarnao, Dio parla all’uomo di oggi e ogni giorno gli dice:” Vieni e seguimi, trasformerò la tua vita e ti farò diventare pescatore di uomini.” Noi siamo “prestavoce”, fa tutto la Parola che è viva ed efficace. Siamo annunciatori della Parola e permettiamo a chi l’ascolta di incontrare Gesù, il Vivente, il Risorto! La Parola chiama, ci fa discepoli di Gesù per percorrere, come i primi apostoli, le strade, annunciando la Parola, che sana, libera, guarisce! Ancora oggi Gesù fa il miracolo di guarirci dalla malattia del peccato e dalle sue conseguenze. Il Parroco ha concluso con l’augurio a ciascuno di noi di lasciarsi modellare dalla Parola di Dio, rimanendo aperti non solo con le orecchie, ma soprattutto con il cuore per diventare sempre più veri e credibili discepoli del Signore.

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