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Dall’epidemia è possibile guarire. Il miracolo integrale della fede nella meditazione del parroco Sultana

di don Rosario Sultana

Meditazione sul Vangelo di Marco 2, 1-12 del 01 aprile 2020

 Ed entrò di nuovo a Cafarnao dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone, da non esserci più posto neanche davanti alla porta, ed egli annunziava loro la parola. Si recarono da lui con un paralitico portato da quattro persone. Non potendo però portarglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dov’egli si trovava e, fatta un’apertura, calarono il lettuccio su cui giaceva il paralitico. Gesù, vista la loro fede, disse al paralitico: «Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati». Seduti là erano alcuni scribi che pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può rimettere i peccati se non Dio solo?».  Ma Gesù, avendo subito conosciuto nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate così nei vostri cuori? Che cosa è più facile: dire al paralitico: Ti sono rimessi i peccati, o dire: Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina? Ora, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di rimettere i peccati, ti ordino – disse al paralitico – alzati, prendi il tuo lettuccio e va’ a casa tua». Quegli si alzò, prese il suo lettuccio e se ne andò in presenza di tutti e tutti si meravigliarono e lodavano Dio dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».

“Figliolo, ti sono rimessi i tuoi peccati”

L’intervento di Gesù sposta l’attenzione della malattia fisica di quell’uomo paralitico ai peccati, mostra che il male fisico è segno e conseguenza di un male più grave, costituito dalla negazione di Dio e del suo disegno di amore nei confronti degli uomini. La vittoria di Gesù sulla malattia diventa allora un segno della sua vittoria sull’opera del maligno, sul peccato. Gesù compie il miracolo fisico solo per manifestare il nuovo potere di rimettere in piedi l’uomo non solo esternamente, ma anche dal di dentro con la remissione dei peccati, per avviare un nuovo cammino.

Gesù non è semplicemente un taumaturgo dei mali dell’uomo, piuttosto apre un orizzonte radicalmente nuovo, che si concretizza nel potere di rimettere i peccati, ossia nella riconciliazione con Dio, fonte di ogni riconciliazione e crescita. Il paralitico ha ricevuto lo spirito nuovo, lo spirito di Dio che lo fa rialzare e camminare in modo nuovo. Il vero miracolo delle fede è integrale, coinvolge tutto l’uomo nella sua interezza di corpo e spirito, ecco perché possiamo dire che non c’è epidemia umana dalla quale non si possa guarire.

I veri paralitici pare che nel brano siano gli scribi che stanno li seduti (v. 6) che, invece di accogliere la presenza di Dio in questa nuova realtà, pensano ad alta voce “costui bestemmia!” (v. 6). È “la bestemmia del vangelo”, del gioioso annuncio che Dio si è fatto solidale con noi, perché noi fossimo solidali con lui. Vogliamo dunque accogliere la presenza di Dio tra noi? Vogliamo impegnarci anche noi ad essere solidali con il nostro prossimo?

“Gesù, vista la loro fede, non abbiate paura”

Erano quattro le persone che portarono a Gesù il paralitico sul lettuccio calandolo dal tetto della casa dove si trovava il maestro, proprio a loro Gesù riconosce la fede in quel gesto di farsi carico e nel portare a lui quell’uomo malato, anche per questa ragione Gesù lo guarisce dentro e fuori. È la fede che suscita il miracolo, non per forza la nostra, ma molto spesso quella degli altri, che rende possibile l’opera salvifica di Dio. Nel nostro tempo afflitto dalla pandemia del CoronaVirus ci viene chiesta la fede per essere veramente guariti, e se troppo piccola o fragile la nostra fede, chiediamo agli altri di venirci in aiuto con la loro fede e la loro preghiera. Non è che forse la nostra fede è messa a dura prova? Quando il figlio dell’uomo tornerà sulla terra troverà ancora fede? Chiediamoci come siamo messi nei riguardi di Dio, c’è in noi una fede capace di trasportare le montagne, oppure abbiamo solo e sempre paura? L paura ci paralizza, ci fa stare seduti come gli scribi del vangelo e ci impedisce di rialzarci.

Nel racconto della tempesta sedata Gesù dice ai suoi discepoli: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?». E furono presi da grande timore. Perché la paura ha su di noi il sopravvento? Chiediamo al Signore la conversione del cuore, il cambiamento radicale della nostra vita credente, allora ci rialzeremo da uomini nuovi, rigenerati nel corpo e nello spirito. Accogliamo ancora oggi Gesù che sta per fare il suo perenne ingresso nella santa Gerusalemme dei nostri cuori. La Domenica delle Palme oramai alle porte ci porti la pace, la salute, la serenità e l’amore di cui tutti abbiamo bisogno.

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